Chiunque pianti una barbatella di Pinot Nero in qualunque parte del mondo, ha in mente come punto di riferimento i vini che nascono in Borgogna. È infatti in questo esclusivo spicchio di terra che vengono prodotti i migliori e più sensuali vini che scaturiscono da questo vitigno. E quando si pensa a un Pinot Nero di Borgogna, il pensiero corre naturalmente a Lui (la elle maiuscola è quantomai d’obbligo), il Romanée-Conti, un vino senza eguali, che mantiene inalterati tutti i tratti caratteristici dei migliori pinot nero e il cui nome è vicino al mito. Al contrario dei vini che nascono nella regione di Bordeaux, assai più maschi e muscolosi, i vini della Borgogna hanno una grazia, un’armonia e un equilibro che li avvicina alla perfezione.
Il Romanée-Conti scaturisce dall’omonimo Domaine su una superficie minore ai due ettari (1,8, per l’esattezza), da vigne che hanno un’età media di 45 anni. Assolutamente lontano da ogni tipo di tecnologia enologica, il nostro vino non subisce filtrazioni, la chiarificazione avviene per decantazione e i travasi per gravità. Rigorosamente vietate anche le pompe, per non violentare in alcun modo il prezioso nettare. Se si dovesse presentare la necessità di un’ulteriore chiarificazione, vengono impiegate le chiare d’uovo, come è sempre avvenuto anticamente. Successivo passaggio, il riposo in botti di legno di rovere (a tostatura media), prove- niente dalle foreste del Tronçais. Queste vengono usate una sola volta, per evitare contaminazioni e per esaltare al massimo gli aromi variegati del vitigno.
La storia di questo vigneto è affascinante e unica. Appartenuto no al 1451 ai monaci di Saint-Vivant (ai quali era stato donato dai Duchi di Borgogna), fu l’oggetto del desiderio di famiglie nobili e potenti e verso la metà del Sette- cento venne acquistato da Louis- François de Bourbon, Principe di Conti e cugino di Luigi XV. Persino la potentissima Marchesa di Pom-padour perse la testa per quella che già allora era considerata la miglior vigna della Borgogna, senza peraltro riuscire a entrarne in possesso. Quanto all’origine del nome, si pensa sia scaturito dai forti vincoli che legarono la Borgogna alla dominazione romana.
Ma a rendere questo vino così bramato, esclusivo ed elitario, oltre all’indiscutibile livello qualitativo, contribuisce in maniera determinante anche la sua rarità: le bottiglie prodotte ogni anno sono appena seimila. Seimila bottiglie che vanno in giro per il mondo a deliziare gli esigenti palati di un’elite che è disposta a molto pur di poter mettere in tavola un vino così raro e prezioso. Quindi un capolavoro assoluto che si apre al palato in maniera generosa, con le sue note di vaniglia, frutti di bosco maturi, cassis e tabacco.