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Romana Liuzzo

by Utente generico

Vado a incontrare una donna di grande spessore, affascinante, con grande carisma ed eleganza, mi riceve con cordialità e disponibilità rispondendo alla mia intervista con un fare delizioso e gradevole.

Prima di parlare della Fondazione Guido Carli, Le chiederei di raccontarci un po’ di lui come nonno e dei ricordi che ne conserva

Guido Carli era mio nonno. Non il governatore della Banca d’Italia, non il presidente di Confindustria, non il ministro del Tesoro. Per me era solo un nonno: il mio. Un uomo all’antica ma moderno. Che non mi ha insegnato nulla a parole ma tutto con l’esempio. La sera, quando tornava stanco dai suoi viaggi, mi chiamava nella sua stanza. Io mi accoccolavo ai piedi del suo letto e da ragazzina curiosa qual ero gli facevo mille domande. Una volta avevo letto sui giornali che Guido Carli era il primo contribuente italiano. Ma se mi guardavo intorno in casa, certamente bellissima, non notavo sfarzo né sfoggio di “denari”, come li chiamava lui. Allora gli chiesi: “Nonno, ma tu sei l’uomo più ricco d’Italia?” “Forse solo onesto”, rispose lui. Negli anni ho elaborato le sue parole e ho capito che chi ruba al proprio Paese non è furbo. E’ solo disonesto. Io ho scelto di stare dall’altra parte. Quella di chi deve fare i conti a fine mese, guardandosi allo specchio sapendo di non aver tolto nulla al proprio vicino di casa. E non mi sento brava, solo normale“.

Supponiamo che i nostri lettori non conoscano la storia della Fondazione, ci racconti com’è nato questo progetto. Da quanto tempo è presente? In cosa consiste?

La Fondazione Guido Carli porta il nome e rinnova la memoria dello statista che è stato tra i padri dell’Euro. Ha avuto come obiettivo fin dagli esordi la valorizzazione delle eccellenze italiane. E’ nata il 6 luglio 2017, dopo essere stata Associazione no profit dal 2008. La Fondazione promuove da anni convegni, dibattiti, incontri di alto profilo. Con il sostegno delle imprese e delle istituzioni culturali ha realizzato nel tempo iniziative finalizzate all’aiuto dei giovani, alla lotta al disagio sociale, alla difesa delle donne in difficoltà, alla tutela della salute.

La Fondazione, che come Lei ha ricordato nasce il 6 luglio 2017, ha istituito vari premi fin dalla prima edizione, in cosa consistono?

Il Premio Guido Carli, che porta il nome dell’ex governatore di Bankitalia ed ex ministro del Tesoro, viene assegnato ogni anno alle personalità che si siano distinte per il loro impegno sociale, per i successi nel campo dell’imprenditoria, oltre che per aver portato lustro al talento e alla genialità italiana nel mondo. Ad assegnare la speciale medaglia in bronzo, coniata dall’Istituto Poligrafico, è la giuria del Premio, composta da prestigiose figure dell’imprenditoria, del management, del giornalismo. Presidente onorario è il Dottor Gianni Letta“.

Quale presidente della Fondazione Guido Carli, ci racconti un po ‘di Lei, il suo trascorso come giornalista alla “Repubblica“, a “Panorama“, aI “Giornale“.   

Ho vissuto finora una vita intensa, proprio grazie alle emozioni che le mie due esperienze professionali mi hanno regalato e mi regalano tuttora. Di ricordi ne conservo tantissimi. Il giornalismo ha accompagnato quasi tre decenni della mia carriera. Ricordo con particolare piacere il mio primo impegno professionale a Repubblica, anni di un giornalismo ancora artigianale, se si vuole, ma condotto sul campo, alla ricerca diretta delle fonti e non davanti a un pc. Una lunga e appassionante esperienza durante la quale ho imparato quanto sia importante quel lavoro di squadra che Guido Carli riteneva un valore. Gli amici degli anni ’90 conosciuti in tipografia sono i miei amici di adesso. Poi la decisione di passare a Panorama, settimanale nel quale ho lavorato con la qualifica di vice capo servizio e il Giornale, in cui sono stata inviata e cronista parlamentare. Ma il clima negli anni è cambiato. E’ cambiato il mondo e con esso, inevitabilmente, anche il modo di fare giornalismo. Per questo ora ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla Fondazione“.

Lei ha avuto l’onore di incontrare Papa Francesco, quale sensazione ha avuto?

Ricordo che appena entrata nella sua stanza ho sentito una sensazione di pace e serenità. Sono credente e per me parlargli è stato un sogno che si è avverato. Eravamo alla vigilia del decennale del Premio Carli, abbiamo parlato di etica e economia. La Fondazione nel suo piccolo prova a rendere concreto quel cammino di umanizzazione di cui il Pontefice parlò in un discorso del 2016.”

Con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che le ha consegnato il riconoscimento per i suoi progetti legati alla Fondazione, come ad esempio il contrasto al bullismo nelle scuole o il piano di aiuti alle donne vittime di violenza, anche sul piano sanitario e chirurgico che cosa ci può dire?

Il Presidente Mattarella mi ha ricevuta al Quirinale il 28 marzo del 2019, con a una delegazione della Fondazione che ho l’onore di presiedere a poche settimane dalla decima edizione del Premio Guido Carli. Ai nostri grandi appuntamenti in più occasioni è stato presente con una lettera, un messaggio. Nella dodicesima edizione con una medaglia speciale. Io stessa sono Ufficiale della Repubblica ed è per me motivo di vanto. Sono dell’idea che un Paese che coltiva la memoria è un Paese che costruisce il proprio futuro. Per questo, essere stata in particolare ricevuta al Quirinale dal Presidente Mattarella, che della memoria nazionale è il più alto custode, giusto il 28 marzo – anniversario della nascita di mio nonno – ha avuto un valore simbolico molto forte, almeno per me. Un anno prima, in occasione di una visita a Brescia, città natale di Carli, proprio il Presidente della Repubblica aveva ricordato la figura dell’ex governatore, sottolineando come “la Repubblica deve molto alla sua intelligenza, alla sua opera al suo rigore morale“. Ecco, coltivare e rendere vivo, oggi più che mai, il valore della memoria e il lascito culturale dello statista Carli, che ha contribuito a consolidare le istituzioni del Paese e dell’Europa unita, è la missione che ha ispirato la nascita dell’associazione, oltre dieci anni fa, trasformata poi in Fondazione nel 2017. La lotta al bullismo e il sostegno alle donne vittime di violenza, che lei ricordava, sono stati due esempi dell’impegno della nostra istituzione culturale nel corso degli anni”.

Lei collabora con un amico di una vita, Gianni Letta, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che è anche presidente onorario della Fondazione, sappiamo che è un uomo speciale, ed è un ottimo consigliere, come è nata la vostra amicizia?

Dice bene, un uomo speciale e l’amico di una vita. Lo è per me come lo è stato in passato per mio nonno Guido. Dopo la morte dell’ex ministro mi è stato vicino con spirito protettivo e con profonda amicizia. Lo stimo per la sua forza e la sua educazione. Ritengo l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio un servitore dello Stato straordinario, che ha dato e tanto ha ancora da dare a questo Paese. Per le sue doti di equilibrio, di dialogo, di costruzione e tessitura di rapporti lontano dai riflettori e dalla ribalta che anzi rifugge. Anche per queste doti ricopre la carica di presidente onorario della Fondazione che porta il nome di Guido Carli”.

Il 25 febbraio 2022, alla presenza di personalità politiche e imprenditoriali ha tenuto una Lectio Magistralis su “Cibo, la sublime ossessione”, un tema così delicato è stato difficile da affrontare?

E’ stato quasi naturale, direi. Un atto dovuto. Innanzitutto va detto che è stato possibile grazie al lavoro straordinario e al contributo di Oscar Farinetti, che dall’alto della sua esperienza ci ha fornito le coordinate fondamentali per offrire al nostro pubblico un quadro completo in materia alimentare. Viviamo in un’Italia simbolo mondiale della dieta mediterranea e del mangiar sano e in cui oggi vediamo in crescita i disturbi alimentari. Sono circa 3 milioni gli italiani che soffrono di anoressia e bulimia, di cui il 95% sono donne e soprattutto ragazze tra i 15 e i 19 anni. Una fotografia che non può lasciarci indifferenti. Da qui il progetto lanciato da me in quella sede: introdurre nelle scuole elementari, medie e nelle università dei corsi obbligatori di educazione alimentare. Per fare dei futuri consumatori degli acquirenti consapevoli. Lo dobbiamo al nostro futuro, a quello dei nostri figli“.

Ci parli della proposta di istituire una “Giornata nazionale della Rinascita“.

E’ un’iniziativa che si inserisce in un progetto culturale più ampio che la Fondazione sta portando avanti fin dall’inizio della pandemia. L’obiettivo è quello di coltivare e alimentare un clima diffuso di ottimismo e di speranza, nonostante la battaglia che stiamo conducendo sul piano sanitario e adesso con questa orribile guerra. La Fondazione Guido Carli del resto ci ha sempre fermamente creduto. Mai disperarsi, lottare e lavorare per costruire un futuro migliore. Così, la “Giornata nazionale della Rinascita” vuole essere uno stimolo e un’esortazione morale alla ripresa, al rilancio del Paese. Abbiamo invocato una risposta politico-istituzionale al nostro appello affinché il 18 settembre venga istituita appunto la Giornata nazionale della Rinascita. Esattamente sei mesi dopo la Giornata della Memoria, celebrata in ricordo del 18 marzo 2020, quando i camion carichi di bare percorsero le vie di Bergamo, giorno che ha tragicamente segnato il nostro passato recente. Il 18 settembre di contro vuole rappresentare simbolicamente la data di “Rinascita” economica, sociale, culturale del Paese. Quella rinascita nella quale la Fondazione crede fermamente e per la quale lavora ogni giorno”.

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