E tu dopo questo blocco forzato, dove vorresti andare? Noi del team Lifeemotions speriamo di tornare presto a viaggiare e sogniamo le Seychelles
Trovarsi improvvisamente immersi in un sogno dall’atmosfera non solo sconosciuta, ma anche inimmaginabile.
Un tripudio di colori e profumi insoliti avvolge e abbaglia, non appena si sbarchi in una delle 115 Isole delle Seychelles.
Trovarsi improvvisamente immersi in un sogno dall’atmosfera non solo sconosciuta, ma anche inimmaginabile.
Un tripudio di colori e profumi insoliti avvolge e abbaglia, non appena si sbarchi in una delle 115 Isole delle Seychelles.
Il cielo appare quasi solido, massiccio: le nuvole di passaggio lo rendo- no continuamente mutevole, creando continui giochi di luci e ombre che sembrano cambiare l’orizzonte, sciogliendolo in colori ora più morbidi e leggeri. Queste nuvole in viaggio sono talmente basse, che a volte si crede di poterle toccare, mentre un attimo dopo si dissolvono nel vento, quasi sparendo nel mare. Un mare dalle gradazioni e dall’intensità in continuo movimento: il passaggio delle nuvole, seguito da li a poco da squarci di luce intensa, i riverberi, le rifrazioni ne modificano continuamente i toni. Dal cobalto al turchese più nitido. A riva il giallo trasparente dell’acqua si stempera nel bianco abbagliante della sabbia. Di notte, poi l’acqua assume una tonalità che vira al colore del platino, lunare e quasi inquietante.
Addentrandosi nell’entroterra il gioco cromatico diventa sempre più integrante. La vegetazione è ricchissima, quasi trasbordante:in queste isole sono annoverate 222 specie di piante tropicali. La più rinomata è la palma che produce la noce di cocco più grossa del mondo, il “Coco de Mer”, dalla curiosa forma che evoca il bacino di una donna, chiamata perciò anche “Coco d’amour”.
Il verde della vegetazione è smagliante e vive in un contrasto continuo con i rossi vermiglio e i rosa tenue degli hibiscus e delle buganvillee, il bianco candido dei ori di frangi pane, il rosso, il giallo e il bianco dei frutti di mango, le orchidee dalle mille sfumature. E poi piante dai fusti enormi e dal- le forme insolite: l’albero medusa coi ori a forma di sottili tentacoli, altri ori di piante carnivore si offrono come calici, il “berretto quadrato” riconoscibile dai suoi frutti quadrangolari, l’albero corallo, il san dragon, che se lo si incide rilascia un liquido color sangue.
Uccelli di tutti i colori rigano i cieli, posandosi sulla terra rossa, dove le enormi tartarughe – a vol- te superano il metro – si muovono con lentezza e docili si fanno avvicinare e accarezzare, quasi a voler ricordare la necessità di assaporare con calma tutta la bellezza di queste meravigliose isole.. E poi il mare. Immergersi fa veramente perdere la dimensione del tempo. Su vaga liberi in un cielo liquido, dove tutto è leggero, tutto è silenzio e i colori non sembrano veri. Tra una moltitudine di pesci farfalla, pesci angelo, pesci vetro, si può imparare a “volare” seguendo i movimenti lenti e regolari di una manta, gli squali si avvicinano innocui, le murene si nascondono tra i collari rossi e le gorgonie.
Chissà come devono essere apparse le Seychelles a i primi naviganti che le hanno incontrate nei loro lunghi viaggi. Pare che i mer- canti arabi le visitassero con regolarità nel tardo medioevo per approvvigionarsi dei rarissimi “Coco de Mer”. Così come i Portoghesi in viaggio verso le Indie comandati da Vasco De Gama e Fernao Soares – saranno rimasti strabiliati da questa manciata di isolette vivacissime, così ricche di vegetazione, rilievi rocciosi e frutti rari. Gli inglesi fecero le prime apparizioni a Mahé nel 1609.
Ma sorprendente che le Seychelles siano rimaste disabitate no alla colonizzazione francese, alla ne de diciassettesimo primi del diciottesimo secolo, quando Mahé fu battezzata isola Séchelles, in onore del “Controllore delle finanze in Francia”, Moreau de Sé-chelles.
Divennero poi colonia britannica nel 1814 no a raggiungere l’indipendenza nel 1976. Nel 1993 si arrivò al sistema di governo multipartitico, con Albert René come Presidente. La popolazione indigena non esiste, i primi abitanti, di origine africana, indiana, cinese, araba ed europea che si stabilirono alle cultura di questo popolo dai modi amabili e calorosi e fondato su un sistema sociale di tipo matriarcale. Dalla musica alla danza., le tradizioni indiane, europee, arabe cine- si si fondono. Si suonano in banjo, il makalapo, strumento a corde, lo zez, un tipo di sitar, il violino e il bom, uno strumento ad arco. E si balla la moutia, cupa danza di tradizione malgascia e africana, dai movimenti cadenzati e ripetitivi a cui tutti i presenti devono partecipare. La lingua è il creolo francese, ma la maggior parte degli abitanti conosce le due lingue ufficiali inglese e francese. La popolazione, è prevalentemente cattolica.
Anche nella cucina si fondono i profumi inebrianti delle mille spezie e dei mille colori di queste isole. Alle nezze dei piatti francesi, si sommano gli aromi della cucina indiana dai sapori piccanti dei piatti asiatici, ricchi di peperoncino e zenzero, che condiscono frutti di mare, pesce e riso. Ma anche deliziosi curry al latte di cocco e gli catini, un’esplosione di colori della frutta locale, di mango, papaja e frutto di Cythère,.
Il Gros-Manger è un piatto di manioca a pezzetti con salsa dolce di zucchero e pesci bianco bollito, servito con verdure e riso in bianco. Tutto in queste isole incantate racconta l’incontro di una moltitudine di tradizioni e culture con una natura sorprendente e meravigliosa. E la magia di certe credenze popolari è ovunque avvertibile. Si narrava che di notte le piante femminili del Coco de mer si unissero a quelle maschili. E chi fosse riuscito ad assistere a questa sorprendente unione sarebbe stato trasformato in un pappagallo nero, l’uccello simbolo delle Seychelles. E avrebbe vissuto in eterno nella foresta primordiale della Valléè de Mai, nel Paradiso in terra.